Pugliese ma presto trasferitosi a Parigi, Matteo Bortone ha studiato in uno dei più prestigiosi conservatori europei, il Conservatorio Nazionale Superiore, dal quale ha ottenuto nel 2011 un Master in “Jazz e musiche improvvisate”. Attivo tra Italia e Francia, nel 2015 è stato eletto “TOP JAZZ Miglior Nuovo Talento Italiano” dai giornalisti di Musica Jazz.
Bortone suona stabilmente in numerose band italiane e francesi, tra le quali il quartetto di Roberto Gatto, il quintetto di Maurizio Giammarco, il trio di Alessandro Lanzoni, oltre che con il suo trio acustico ClarOscuro.
Bortone, ancor prima che contrabbassista, è compositore e leader con un approccio molto originale al jazz, e No Land’s è uno dei suoi progetti più interessanti nella sua connessione tra acustico ed elettrico, tra improvvisazione e scrittura, tra jazz e pop/rock.
Del resto, il nome della band è una specie di biglietto da visita: No Land’s, nessuna terra intendendo con questo non un paesaggio fisso, immutabile, non soggetto ad evoluzione. Al contrario, una scena sonora che non ha confini ed è sempre aperta all’imprevisto.
Il progetto risale alla sua prima stesura al 2008 come quartetto.
Nel 2019 è diventato un quintetto e ha conosciuto una decisa evoluzione, tanto da essere descritto come “una delle voci più audaci della scena del new jazz”. È la band del recente “A Tree in the Mist”, ovvero “la potenza evocativa di un panorama visto attraverso le nuvole”.