Nel nuovo album di Filippo Bianchini e Luca Mannutza, “A tu per tu”, c’è il senso di un incontro musicale. Che si ripete anche sulla scena. Bianchini è umbro di origini (è nato proprio a Orvieto) e per formazione (diploma in sassofono al Conservatorio di Perugia nella classe di Mario Raja), ma musicista internazionale per i lunghi soggiorni all’estero, in particolare in Olanda ed in Belgio. Prima lo studio dei grandi artisti afroamericani, poi l’incontro con la musica di Massimo Urbani lo hanno spinto a dedicare energie e ispirazione al jazz e al sassofono. Nel 2014 ha pubblicato il primo disco a suo nome dopo una intensa attività dal vivo e in studio con nomi importanti del jazz europeo e americano.
Luca Mannutza, sardo, un diploma al Conservatorio di Cagliari, è tra i pianisti jazz italiani più affermati. Fanno testo le sue tante e prestigiose collaborazioni: tra gli altri, Paolo Fresu, Maurizio Giammarco, Emanuele Cisi, Bebo Ferra, Max Ionata. Intensa la partnership con Roberto Gatto e Fabrizio Bosso, con cui suona anche come organista. Mannutza è stato anche membro degli High Five, uno dei gruppi più di successo del jazz italiano. Da leader ha guidato il Roma Trio, i Sound Advice e i Sound Six.