Con una sorta di “New African Jazz” Somi getta un ponte tra le radici africane e la scena jazz e soul americana. Di lei il New York Times ha scritto: “African grooves, supple jazz singing and compassionate social consciousness; She is both serious and seductive.” Sintesi perfetta.
Nata nell’Illinois da genitori originari di Uganda e Rwanda, vissuta tra New York, Lagos e lo Zambia, studi in antropologia e un master alla Tisch School of the Arts presso la New York University, Somi è stata vista come una Miriam Makeba dei nostri giorni. Non a caso, Somi ha composto una jazz opera dedicata alla grande cantante e attivista dei diritti civili sudafricana ed ancora a lei rende omaggio il suo ultimo disco, “Zenzile: The Reimagination of Miriam Makeba”. Artisticamente Somi è stata accostata anche a Dianne Reeves, Nina Simone e Dee Dee Bridgewater.
Il debutto discografico fu nel 2003 con “Eternal Motive”. Nel 2017 è uscito un album importante, il quinto in studio, intitolato “Petite Afrique”, il cui tema è l’esperienza dell’immigrazione negli Stati Uniti. Il disco ha vinto il 2018 NAACP Image Award come “Outstanding Jazz Album”. Nel songbook di questa giovane cantante e songwriter si trovano le molteplici ispirazioni che provengono da mondi tanto diversi come Africa e America, legate tra loro da intensità espressiva e da una vocalità duttile ed estremamente naturale.
Somi ha anche fondato New Africa Live, un’organizzazione non-profit dedicata a celebrare i migliori artisti africani contemporanei attivi nei campi della performance, arti visuali, letteratura. Per il suo impegno sul tema dei diritti civili è stata invitata a esibirsi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in occasione della Giornata mondiale del ricordo delle vittime della schiavitù, e poi alla Carnegie Hall per la celebrazione del ventesimo anniversario della democrazia del Sud Africa.