Umbria Jazz: la nascita di un'icona
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Sogniamo ad orecchie aperte dal 1973

Nel 2023 UJ soffia su cinquanta candeline. Mezzo secolo, portato benissimo. Umbria Jazz non ha segnato solo la storia del jazz in Italia e in tutto il mondo, ma ha anche creato, nel tempo, una nuova formula di experience trasversale in grado di abbracciare i gusti musicali più distanti e mantenendo sempre un’offerta di livello altissimo.

Dall’Hot Club alla nascita di un festival iconico

“Stoppavo amici e conoscenti per strada, gli chiedevo mille lire e dicevo: da ora sei iscritto all’Hot Club Perugia”.

Carlo Pagnotta, classe 1933, racconta così la nascita dell’Hot Club Perugia, un’idea che prese forma nei primi anni ’50 dagli scambi che avvenivano a “lume di vinile” in un negozio di dischi di Perugia tra lui e un piccolo gruppo di appassionati di jazz. Dall’esperienza dell’Hot Club, di cui rimangono storici i concerti di Louis Armstrong nel 1955 al Teatro Morlacchi e di Chet Baker nel 1956 alla Sala dei Notari, si fa forte l’urgenza di creare un evento in grado di poter dare non solo un’alternativa culturale capace di dare spazio da subito a nomi internazionali del jazz ma anche una possibilità di turismo e notorietà per l’amata Umbria.

Carlo fonda così Umbria Jazz di cui diventa sin da subito direttore artistico, carica che ricopre tutt’oggi. È il 1973, e inizia una storia fatta di grandi successi, momenti complessi e una passione inesauribile che porta Umbria Jazz a cambiare, modificarsi, evolversi, rimanendo sempre centrata sull’obiettivo principe di legare una visione internazionale alla promozione di una grande piccola regione.

Nel tempo, forte della sua accoglienza e della memoria delle sue tante edizioni, il DNA di UJ ha custodito lo spirito di concerti storici come quelli di Charles Mingus, Miles Davis, i torrenziali live di Sonny Rollins, Sting che incrocia Gil Evans, il morbido sax tenore di Stan Getz, Dizzy Gillespie, Ornette Coleman, l’imprendibile João Gilberto, Quincy Jones, Tony Bennett e Lady Gaga, l’incontro tra le correnti musicali, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Eric Clapton, Santana, R.E.M., Prince, Liza Minnelli, Elton John e tanti altri monumentali artisti.

Umbria Jazz Winter: una scommessa vinta

Non c’è dubbio: fare il bis del festival estivo sotto Capodanno fu una scommessa azzardata (e molti si erano dati da fare per sconsigliarla).
E, invece, l’azzardo venne premiato. Da subito. E per varie ragioni: il luogo (Orvieto è una città bellissima, raccolta, ospitale e aveva bisogno di una scintilla per accendere la curiosità), la formula (cioè non avere gli obblighi del festival maggiore, non dover riempire spazi all’aperto, ma location ridotte, la possibilità di far ruotare una serie di artisti per tutti i giorni della rassegna, inglobare il Capodanno come pretesto per dare al San Silvestro il ritmo del jazz), la scelta artistica (puntare sul jazz di qualità senza sconfinare, andando anzi alla ricerca di talenti su cui puntare l’attenzione).

Non vediamo l’ora di esplorare insieme il futuro di Umbria Jazz, al ritmo di una storia unica!

Viaggia nella storia di UJ

Dr. Dixie Jazz Band (Arbore, Avati, Conte, Giardina, Gualdi) | Umbria Jazz 1984

Tullio De Piscopo Group | Umbria Jazz 1986

Umbria Jazz 1986, Perugia

Al Jarreau Band & David Sanborn | Umbria Jazz 1986

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